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Il treno italiano della finanza ad impatto parte da Torino

La finanza a Impatto in Italia parte da Torino dove si è svolto il Leadership Meeting, l’annuale incontro dei membri che aderiscono al network del Global Steering Group for Impact Investment (Gsg).

Il Gsg è un movimento indipendente nato nel 2015 per ampliare a livello globale il lavoro svolto dalla Social Impact Investment Task Force (Siit), costituita sotto la presidenza britannica del G8 nel 2013.

Rappresenta 34 Paesi, con la missione di promuovere la finanza a impatto nel mondo. Riunisce i protagonisti dell’ecosistema impact internazionale: dalla finanza all’imprenditoria sociale, dalla filantropia al settore pubblico.

“La sostenibilità? E’ una buzzword, meglio parlare di impatto”

Alla guida di questo gruppo c’è Sir Ronald Cohen, Presidente del Gsg e pioniere della finanza sostenibile. Una delle figure più in vista della City di Londra per decenni. 

Dopo aver creato uno dei primi fondi di private equity, all’inizio degli anni duemila Cohen fonda Bridges Fund Management per investire in una prospettiva più inclusiva e sostenibile. 

Nel 2007 co-fonda l’organizzazione non-profit Social Finance, a cui viene attribuita la creazione del primo Social Bond. 

Nel 2012, dà vita alla Big Society Capital, la prima banca d’investimento sociale. 

Il suo ultimo libro tradotto in Italia da Luiss University press si intitola “Impact. La rivoluzione che sta cambiando il capitalismo”. 

Nel libro Cohen parla della sua visione degli ultimi 20 anni, quella che unisce all’approccio tradizionale di bilanciamento del rischio e del rendimento un terzo elemento: l’impatto, misurabile, in termini sociali e ambientali. 

Impact 4 Prosperity. Cos’è l’impatto, e come si fa in Italia?

Rischi, rendimenti, impatto

Intervistato ieri dal direttore di La Repubblica Maurizio Molinari, Cohen ripete il suo mantra: risk, return, impact. È la nuova formula che, secondo Cohen è destinata a guidare la “mano invisibile” del mercato.

La finanza ad impatto è inevitabile, e persino eventi tragici ed ottocenteschi come la guerra in Ucraina non possono che accelerare il processo di trasformazione verso questa nuova “mentalità”. 

La necessità di gestire in maniera più efficiente le risorse naturali e di aumentare la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono, secondo Cohen, ulteriori stimoli che porteranno le economie di mercato, anche quelle autocratiche come la Cina, verso approcci che guardano alla generazione di impatti positivi. 

Il treno dell’impatto è già partito

“On impact, the train has left the station”. 

Cohen non ha dubbi in proposito: il treno verso questo tipo di approccio economico è partito. 

E costringe sia i governi che l’impresa privata a guardare all’impatto delle loro attività e non più solo alla gestione dei rischi e dei rendimenti.

Il passaggio chiave di questa rivoluzione è l’impact accounting, ovvero la ricerca scientifica in corso che renderà possibile valutare gli andamenti delle imprese a partire da metriche di impatto

Si tratta di un approccio non costrittivo ma evolutivo: non a caso oggi è ampiamente dimostrato che le imprese che inquinano di più sono quelle che rendono meno. 

Certo, c’è bisogno di metriche affidabili, che possano rendere comparabili le imprese di ogni settore economico sulla base degli impatti negativi e positivi che producono. 

E qui la transizione economica si sposa con la rivoluzione digitale.

L’intelligenza artificiale, il machine learning e le scienze biologiche giocano infatti un ruolo essenziale nel produrre e misurare gli  impatti positivi generati e quelli negativi mitigati.

La forza dei valori

Un driver fondamentale che sta spingendo il treno dell’impatto, è quello dei valori che generano valore condiviso.

Oggi nessuno può ancora pensare di fare soldi senza pensare alle conseguenze, afferma con grande convinzione Cohen. 

Il capitalismo si sta infatti riformando, per necessità: l’emergenza climatica e i fallimenti degli ultimi decenni sono ciò che rende oggi possibile questa transizione verso un altro capitalismo. 

E l’umanità, come ha sempre dimostrato, possiede la creatività sufficiente per uscire da un vecchio capitalismo non più in grado di offrire impatti positivi.

E transitare verso un sistema economico innovativo, che se diffuso su scala planetaria può, non solo salvare la nostra esistenza sul pianeta, ma anche favorire un’economia più giusta ed equa.

Questi i temi affrontati in plenaria e sviluppati nelle le sessioni di approfondimento, dove si è parlato dell’importanza della gestione dei dati e delle informazioni, ma anche di innovazione sociale, con la presentazione del dirompente progetto della Borsa Sociale Italiana

Esperti da tutto il mondo, dall’accademia alle istituzioni europee al mondo finanziario, hanno commentato i più recenti trend della finanza a impatto, accompagnati dai due protagonisti italiani del Gsg: Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation e di Social Impact Agenda per l’Italia (Sia), e ambasciatrice del Gsg mondiale, e Mario Calderini, professore del Politecnico di Milano e portavoce di Torino Social Impact

Torino Social Impact: 170 partner per fare crescere l’ecosistema dell’innovazione sociale

Grazie anche alla loro presenza all’interno del Gsg sia dagli esordi di questo gruppo di influenza, Torino ieri è salita sul palcoscenico globale candidandosi come capitale italiana dell’innovazione sociale.

Un obiettivo reso possibile grazie alla partnership tra Sia, network italiano della finanza a impatto, rappresentante nazionale del Gsg e Torino Social Impact, innovativa alleanza territoriale pubblico-privata che realizza progetti ad impatto sociale.

L’evento si è chiuso con un’intervista di Giovanna Melandri alla vice-ministro Laura Castelli, alla quale si è rivolto un forte appello: sul treno dell’impatto manca il settore pubblico, che oggi ha, a per stessa ammissione della stessa Castelli, un problema culturale e di competenze. 

Il Pnrr, per come è stato formulato e nei tempi stretti che hanno dettato l’agenda del governo, ha sicuramente al suo interno un’ottica a impatto, ma purtroppo non contiene gli indicatori di misurazione di quest’ultimo. 

E questa sarà la vere sfida: riuscire nei prossimi mesi a sperimentare quella collaborazione tra pubblico e privato che potrebbe generare potenti meccanismi finanziari a impatto, come i Social Impact Bonds, già in fase di implementazione in Francia, Germania e UK, e quelle politiche pubbliche e private per catalizzare nuovi modelli economici a vantaggio di tutti.

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