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A Rovereto ritorna Moltiplicazioni. Il festival co-progettato dal basso, nato per parlare di sostenibilità

Un festival partecipato, aperto a proposte e iniziative del territorio che parla di sostenibilità attraverso i 17 punti dell’Agenda 2030 e che prova a smontare l’inerzia del non si può fare.


Si chiama Moltiplicazioni Festival e arriva per il quarto anno consecutivo a Rovereto, in Trentino, il 30 settembre e il primo ottobre. In programma oltre 30 attività tra tavole rotonde, talk, laboratori e installazioni rivolte sia a bambini e bambine e sia a adulti, con l’obiettivo di scoprire come vivere più responsabilmente.
Si parlerà dell’importanza della biodiversità (con la politologa e naturalista Valeria Barbi), di politiche abitative efficaci per garantire a tutti il diritto alla casa (con Erika Capasso, presidente di Fondazione Innovazione Urbana di Bologna e Anna Benazzoli di Abitare Stanca) e grazie al format Impact4Prosperity co-organizzato con Change Makers anche della corretta comunicazione in fatto di sostenibilità (con il direttore di Materia Rinnovabile Emanuele Bompan, l’head of Sustainability di Will Media Mattia Battagion e la formatrice e content creator Alice Pomiato).
Le due giornate si concludono con musica live e cinema.


Per saperne di più abbiamo incontrato una delle co-fondatrici del Festival, Fabiola Piamarta.

Buongiorno Fabiola, qual è l’idea dietro a Moltiplicazioni?


Quello che portiamo avanti da quattro anni e che è sempre rimasto il caposaldo del Festival è il fatto di progettare un evento che parli di sostenibilità e agenda 2030, attraverso una progettazione che è sempre partecipata e che viene dal basso.
Quindi senza un grosso ente che cala dall’alto le attività, ma tramite una rete di associazioni che noi coinvolgiamo in un percorso di co-progettazione.


L’obiettivo è coprire tutti e 17 gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, ma se con le attività proposte dalle associazioni non si riesce, interveniamo noi come team organizzativo per proporre delle attività e degli ospiti.
Questa modalità operativa fa di Moltiplicazioni un format abbastanza unico in Trentino per parlare di sostenibilità.


Cosa vi dà in più questo modo di organizzare il festival? C’è una differenza di urgenza nei temi affrontati quando le proposte vengono dal basso?


Direi che è prima di tutto una questione di consapevolezza e coinvolgimento. Si tratta di tirare dentro le associazioni e farle sentire partecipi. In questo modo sono da una parte fruitori ma sono anche già a bordo della barca. Non vengono quel giorno lì e se ne vanno.
Per le associazioni che partecipano c’è un percorso che dura tre mesi, durante i quali facciamo diversi incontri di formazione. Proprio in questi giorni si è tenuto, per esempio, un corso di public speaking, per preparare chi interviene.
E poi, sì, direi che anche come temi ci può essere una differenza dal momento in cui emergono dalla società civile. Perché, appunto, non sono io che ricevo qualcosa, sono io che ho bisogno di portare un’attività e un apporto. Vedo questa differenza.

Da chi è composta la rete degli organizzatori di Moltiplicazioni?


In totale le associazioni che hanno dato vita alla co-progettazione del programma di quest’anno sono dieci.
Ci sono alcune realtà che stanno con noi sin dagli esordi come Mlal, che in realtà è una Onlus che si occupa di progetti di cooperazione in Africa e che lavora tanto anche con le scuole. Tra le loro proposte nel programma c’è una tavola rotonda che si chiama Azioni Concrete, Impronte Leggere. Educare alla transizione. L’obiettivo è quello di migliorare la conoscenza dei giovani sull’ambiente e il loro coinvolgimento in percorsi di transizione ecologica coordinati tra Scuole, Istituzioni Pubbliche, Terzo Settore e Società Civile.


Poi c’è l’Anpi, il Museo della guerra di Rovereto e H2O, la realtà con cui all’interno di Orto San Marco Setup si parlerà di pane e femminismi.
C’è Lumen Slow Journal, con cui lavoriamo sin dalla loro fondazione nel 2021 per la comunicazione. E quest’anno terranno anche un paio di attività .
Infine, cito anche Esploratori culturali, una realtà nata quest’anno a Rovereto e Lucicate, che terrà i laboratori di swap party.


Poi voglio segnalare anche una squadra composta di 40 volontari, di cui 10 studenti e studentesse dell’Istituto Alberghiero di Rovereto e 12 del Liceo Rosmini, sempre di Rovereto. A loro abbiamo fatto due formazioni a tema Agenda 2030 e sostenibilità nel mondo ristorazione e filiera agroalimentare.

So che non c’è un vero tema del festival, però il cibo quest’anno mi sembra piuttosto centrale


Sì’, non c’è mai un tema del Festival, perché quello che cerchiamo di fare è approfondire l’agenda 2030 nella sua totalità. Quindi il fatto che il cibo quest’anno sia al centro, dipende dalla nostra sensibilità, ma anche perché è uno dei settori più impattanti ad oggi.
Da questo punto di vista a Moltiplicazioni proponiamo un menù vegano, oltre che inclusivo, verso chi, ad esempio è intollerante al lattosio, è per noi anche un modo per mostrare qual è l’alternativa ad un piatto a base di di carne.
Quindi sì, direi siamo molto contenti quest’anno di parlare di agro, ecologia e permacultura.


Oltre al menu vegano, il Festival quali azioni sostenibili porta avanti?


Quest’anno per la prima volta andiamo a noleggiare le stoviglie, quindi non ci sarà niente di compostabile biodegradabile e monouso. Sono stoviglie in ceramica che l’azienda da cui andiamo a noleggiare andrà a lavare dopo l’utilizzo.
Poi oltre al menù vegano c’è l’incentivo di spostarsi con la bicicletta e con i treni. Anche i nostri ospiti, per la maggior parte si sposteranno in treno. E quindi il tentativo di provare a raccontare l’alternativa alla macchina (Trenitalia permettendo). E poi ci sarà ovviamente una grande attenzione per la raccolta differenziata.
Infine l’acqua, che non venderemo, perché nell’area in cui siamo c’è una fontana, e quindi ci sarà una comunicazione in cui inviteremo tutti e tutte a portarsi le borracce, e a riempirle alla fontana.


Chi si espone, come nel vostro caso, cercando di fare delle azioni sostenibili, anche con un intento, per così dire, educativo, spesso diventa bersaglio di critiche e analisi minuziose alla ricerca dell’incoerenza. È così anche per voi?


Secondo me c’è poca pazienza nell’essere umano. Ci si aspetta che i cambiamenti avvengano subito e nell’immediato, anche se non è sempre possibile che sia così.
Però dall’altra parte, nel momento in cui ti esponi hai la responsabilità di essere coerente dall’inizio alla fine. Ed è una responsabilità che noi ci prendiamo volentieri.

Com’è cresciuto il festival in questi quattro anni? C’è maggiore consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità? Magari grazie anche al vostro lavoro sul territorio.


Abbiamo sempre cercato di fare una valutazione di impatto del Festival nel medio e lungo termine. Per esempio si è osservato quanti nuovi eventi sono nati in zona sul tema sostenibilità quando collaborazioni ci hanno chiesto dopo aver partecipato al Festival.
Abbiamo anche cercato di tenere i rapporti con i volontari e con gli Ambassador, che sono i ragazzi in età da scuola superiore. Quindi, banalmente, che percorso di studi hanno poi scelto. Abbiamo cercato anche negli anni di espandere e esportare il format del Festival in altre città, tramite amicizie e persone conosciute in diverse occasioni, anche di attivismo.


Sono nati altri Moltiplicazioni festival?


Sì, sono nati due festival con il nostro stesso format, uno a Forlì e uno a Negrar, in provincia di Verona.
E poi sono nate tante contaminazioni, collaborazioni con scuole, formazioni ecc.
Se grazie al Festival sia cambiato il comportamento o le abitudini della comunità locale, non possiamo dirlo, nel senso che non abbiamo trovato parametri per valutarlo. Una cosa che possiamo dire è che è un evento che il Comune vuole fortemente e ci supporta.
Quindi anche quello per noi è un buon indicatore di un evento che è voluto sul territorio.

Quindi come si immagina che crescerà nei prossimi anni?


È un tema di cui discutiamo tanto. Ci piacerebbe farlo evolvere in qualcosa di più concreto, ovvero prendere il bacino di persone raccolto attorno a moltiplicazioni e provare ad investire di più in alcuni servizi come le formazioni nelle scuole, le formazioni alle Ong, e implementare anche le collaborazioni con le piccole e medie imprese e le associazioni del territorio.
Quini ci immaginiamo il Festival come l’evento cardine di tutta questa realtà che si costituirebbe.


In parte questa attività di formazione per le scuole e enti del terzo settore è già attiva


Sì, all’inizio del 2022 abbiamo fatto un progetto con una scuola media di Riva del Garda. Un progetto rivolto agli studenti, co-progettato con gli insegnanti che è durato cinque mesi.
Poi nel lodigiano abbiamo fatto delle formazioni per gli insegnanti e adesso ne andremo a fare un’altra con una Ong su come si parla di sostenibilità nel mondo della cooperazione internazionale.
Infine, novità di questa edizione 2023, è la collaborazione con l’Istituto Alberghiero di Rovereto. Andremo il 22 settembre in aula dove racconteremo moltiplicazioni e cercheremo dei volontari che verranno poi al Festival, ma anche fare formazione su sostenibilità e settore agroalimentare.

E quindi, in conclusione, perché dovremmo venire a moltiplicazione Festival?


Perché è un evento divertente. È un evento in cui si può trovare un’offerta variegata di attività, da attività per i bambini ad attività laboratoriali, panel, conferenze, mostre, esposizioni fotografiche.
E poi perché è un evento fatto dal basso. In ogni evento, in ogni attività c’è tanta personalità perché nasce dalla specificità di ogni grande associazione.
Infine perché è l’occasione per conoscere persone nuove, idee nuove e creare nuovi progetti, e non ci sono eventi simili ancora in Trentino con questo format.

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