Tecnologie e dati al servizio della transizione
In che modo la tecnologia può aiutare la società contemporanea a intraprendere efficaci percorsi di transizione ecologica? Qual è l’impatto ambientale degli algoritmi? I risultati che producono sono neutri?
Sono alcune delle domande intorno alle quali si è dibattuto durante SustainaBol, il festival dedicato alla sostenibilità che si è tenuto a Dumbo dal 12 al 14 maggio, all’interno del panel Tecnologie e dati al servizio della transizione, moderato da Giacomo Bottos, direttore di Pandora Rivista e che ha visto la presenza di Piero Formica, Allegra De Filippo, Chiara Dellacasa e Augusto Bianchini.
Ad aprire la discussione, con una riflessione sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, è Piero Formica dell’Innovation Value Institute della Maynooth University. “Oggi si parla molto di quantità dei dati, ma bisognerebbe porre l’accento anche sulla qualità.” Come vengono raccolti dunque, quali elementi sono presi in considerazione e quali invece vengono lasciati fuori e perché.
“Per me la sostenibilità non è solo ambientale” continua Formica, “ma è anche umana e riguarda anche altre specie viventi, come mari, laghi e fiumi che oggi hanno diritti civili. Recentemente, un lago in California ha fatto causa a una società”.
Piero Formica lancia poi una riflessione: “Supponiamo che il Cineca, tramite l’intelligenza artificiale, debba valutare il Pil dell’Emilia-Romagna. Con i dati esistenti non verrebbero considerati, ad esempio, il valore degli insetti impollinatori, dell’ossigeno fornito dagli alberi e dei greggi che fertilizzano i terreni. L’Intelligenza artificiale non ha emozioni e non ha creatività, non può arrivare a risultati nuovi ma può solo mettere insieme i dati esistenti”.
E ancora: “noi ci preoccupiamo che le macchine intelligenti possano pensare, ma gli esseri umani continueranno a pensare?”.
A seguire è stata la volta di Allegra De Filippo, ricercatrice presso il Disi (Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria) all’Università di Bologna dove si occupa dei modelli con cui lavora l’Intelligenza artificiale (modelli, descrittivi, predittivi o decisionali).
Per De Filippo, l’AI può supportare le strategie orientate alla sostenibilità solo a patto di “riuscire a tenere insieme sia gli aspetti tecnici (il funzionamento delle strutture) che gli aspetti sociali (il comportamento delle persone)”.
Ma soprattutto, a condizione “che i dati non contengano dei Bias, come abbiamo riscontrato, ad esempio, in un’App che studia le malattie della pelle e che funzionava molto meglio nelle pelle chiare. Questo perché in fase di “addestramento” l’AI non aveva ricevuto abbastanza esempi”.
Infine, in ottica sostenibilità Allegra De Filippo mette in guardia sui costi ambientali dell’immagazzinamento dei dati, che consumano quantità ingenti di energia e che hanno un impatto in termini di C02, per cui risulta “importante capire se tutti questi dati servono” e su quali sono le possibilità per arrivare a un “design sostenibile dell’algoritmo”.
Chiara Dellacasa del Dipartimento Hpc del Cineca, è la Project Manager del Progetto Gemello Digitale della città di Bologna, un progetto che definisce “un laboratorio di comprensione di tutto quello che è una città, dove si acquisisce il passato e si comprende il presente per decidere il futuro”.
Se da una parte, sottolinea Chiara Dellacasa, “per il Comune è un’occasione di transizione digitale per migliore la città (attualmente il progetto è in partenza e l’infrastruttura al Cineca è pronta), dall’altra, dal punto di vista tecnologico c’è un problema di etica del dato: non introdurre bias, capire che il dato sia corretto e che sia aperto e disponibile per tutti. E conseguentemente c’è poi anche un problema di privacy e di cyber security.”
A chiudere il panel, Augusto Bianchini, professore Associato del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna e Amministratore Delegato di Turtle srl.
Il suo intervento è incentrato sugli indicatori che le aziende hanno a disposizione per certificare la propria sostenibilità: “Ce ne sono troppi. Bisogna introdurre un metodo per misurare la sostenibilità in modo chiaro, per spostarsi dall’ambito delle opinioni. Sostenibilità che deve svilupparsi necessariamente sia in ambito ambientale che in ambito sociale ed economico”.
E ancora: “A parole vogliamo tutti essere sostenibili, ma la volontà non basta senza degli indicatori.”
Augusto Bianchini ha richiamato poi anche la Direttiva Csrd (corporate sustainability reporting directive) sul reporting di sostenibilità delle imprese. Obbligatoria per tutti da gennaio 2024 e che sposterà, sempre secondo Bianchini, i bilanci di sostenibilità “dallo storytelling a un bilancio finalmente certificato”.
Un passaggio importante per le aziende, e anche “una grande occasione di business”.
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