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L’accensione di Leonardo, l’Università dell’ONU e la frontiera dei computer quantistici. Ecco il Tecnopolo che verrà

“Il tecnopolo oggi è per metà ancora un cantiere, ma che si prepara ad accendere il 24 novembre uno dei tre più grandi computer al mondo, ovvero Leonardo, il supercomputer del Cineca, e che accoglierà tra un anno quello dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn)”

Questa la fotografia scattata da Antonio Zoccoli, che dell’Infn è presidente e che insieme a un ampio parterre composto da rappresentanti della politica, delle imprese e dell’Università, ha raccontato alla città quello che giorno dopo giorno sta diventando il Tecnopolo.

Un mosaico sempre più complesso, a cui si aggiungerà a breve anche l’Università dell’ONU con l’obiettivo di studiare le ricadute sociali dell’uso delle tecnologie (sarà la tredicesima sede delle Nazioni unite e la prima nell’Europa del sud) e un computer quantistico, “una tecnologia emergente per il supercalcolo con cui puntiamo ad essere leader al mondo” .

L’Ifab, un ponte tra tecnopolo e società

L’occasione del confronto è stato l’evento “IFAB: Un ponte tra tecnopolo e società”, in cui si è voluto ripercorrere le tappe della nascita del tecnopolo a partire da quel “2015-2016 quando un gruppo di ricercatori si mise insieme per discutere dell’importanza che i dati avrebbero avuto in tantissime discipline, e che fu il preludio della nascita dell’associazione Big data” il primo organismo che bussò alla porte della Regione per far partire la macchina dei finanziamenti (che nel frattempo, tra Regione Emilia-Romagna, Stato e Unione europea si avvicinano al miliardo di euro).

Fino arrivare ad oggi, un momento in cui, come sottolineato da Francesco Ubertini, Presidente IFAB e presidente del Cineca si spera che i “grandi investimenti fatti in tecnologie possano portare valore nel tessuto produttivo della Regione e del Paese, dalle piccole e medie imprese alla pubblica amministrazione”.

A intercettare il tessuto produttivo del Paese è incaricato proprio l’Ifab (International foundation big data and artificial intelligence for human development) che “rappresenta il punto di accesso alle risorse e conoscenze per le aziende che vogliono trovare nuove traiettorie per creare o accelerare la cultura dell’innovazione.”

“Rispetto a un anno fa” ci racconta Marco Becca, direttore generale Ifab, “oggi abbiamo un Centro nazionale di ricerca (il Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing, uno dei cinque previsti dal PNRR), un terreno di gioco dove 30 delle principali università italiane e una quarantina di aziende possono iniziare a giocare questa partita”.

E nel frattempo le aziende associate a Ifab crescono. Dalle sette dell’inizio, sono già passate a 24, tra cui la già citata associazione Big Data, Unipol, Eni, Bonfiglioli, Confindustria Emilia Centro, Coldiretti Emilia Romagna, Enel, Crif, e altre, e l’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a trenta entro fine anno e di “avere così uno spaccato rappresentativo del sistema produttivo del Paese”.

Giovanni Roti, professore associato di ematologia Università di Parma

Le ricadute sulla società

Il Tecnopolo nasce, secondo le intenzioni, “come infrastruttura tecnologica per creare competitività e per migliorare la qualità dei servizi per i cittadini da una parte e per migliorare la competitività delle imprese dall’altra”.
Potrà, dunque, essere davvero considerata un’opera realizzata quando diventerà a pieno diritto un’infrastruttura al servizio della società.

Un esempio concreto di questa ambizione arriva dal mondo della medicina, con il progetto presentato dall’Università di Parma, di una piattaforma di calcolo per il test di molecole farmacologiche nella cura della leucemia: “quello che facciamo è quello di esporre le cellule leucemiche ad una libreria di farmaci per calcolare la sensibilità di questi farmaci nelle cellule del paziente per poi fornire le informazioni al clinico che segue il paziente.”
“Ovviamente”, ci spiega Giovanni Roti, professore associato di ematologia Università di Parma, “questo è reso possibile attraverso l’integrazione dei dati di genomica e i dati di risposta del farmaco che ci permette di facilitare decisioni terapeutiche che altrimenti sarebbero basate su informazioni di clinical trial o di dati della letteratura.”

Ma i benefici della capacità di calcolo offerta dai supercomputer del tecnopolo non si limiteranno alla scienza medica. C’è, ad esempio anche l’ambito della manutenzione predittiva, di cui l’azienda Bonfiglioli, socia Ifab, è leader. Grazie a dei sensori applicati, ad esempio, a un impianto industriale si è in grado di capire in anticipo quando l’impianto si sta per rompere, e quindi, interpretando i dati, si può intervenire senza interrompere la produzione.

“Ci sono talmente tanti campi dove i dati giocheranno un ruolo fondamentale nei prossimi anni” conclude Zoccoli, “che le nazioni che saranno in grado di gestire questi dati avranno un vantaggio produttivo enorme nei confronti dei propri concorrenti.”

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