Eredità universale: 15mila euro per tutti i diciottenni
Cosa succederebbe se ragazzi e ragazze, al compimento del diciottesimo anno di età, ricevessero dalla collettività un’eredità da spendere come meglio ritengono? Se si mettessero in campo percorsi per accompagnarli a decidere come utilizzare queste risorse, valorizzando le loro scelte personali? È la proposta dell’eredità universale elaborata nel 2019 dal Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD), oggi ripresa dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che in vista delle elezioni del 25 settembre rilancia l’imposta di successione sui patrimoni plurimilionari per garantire una dote ai diciottenni.
“La nostra idea ha alla base due concetti fondamentali: quello di universalità e di incondizionalità”, spiega Salvatore Morelli, membro del coordinamento del Forum Disuguaglianze e Diversità, ricercatore in scienza delle finanze dell’Università di Roma Tre e direttore del GC Wealth Project presso lo Stone Center on Socio-Economic Inequality di New York. “Un’eredità universale è in primis una dote che viene concessa a tutti e tutte, a prescindere dalle condizioni economiche di partenza della famiglia. Mentre l’incondizionalità implica che la somma possa essere utilizzata liberamente dalla persona, senza nessun vincolo”.
L’idea del PD è simile, ma differisce soprattutto per due aspetti. “Il primo è l’assenza di universalità”, spiega Morelli. “Nella proposta di Letta, non tutti hanno diritto a maturare questa somma, che viene concessa solo a chi ha un Isee inferiore a una certa soglia. E poi c’è l’assenza di incondizionalità, perché verrebbero poste condizioni all’uso di queste risorse: i fondi si potrebbero utilizzare solo per comprare immobili, per pagare percorsi educativi o imprenditoriali. I giovani non hanno l’assoluta libertà di decidere come investire la dote”.
L’Italia immobilizzata nella crisi generazionale
In Italia è in corso una grave crisi generazionale: il nostro è uno dei paesi con la più bassa mobilità sociale ed è sempre più facile prevedere lo status socio-economico dei figli e delle figlie guardando a quello dei genitori. I giovani hanno un ruolo sempre più marginale, con tassi molto alti di abbandono scolastico (13%) e di disoccupazione (a fine 2021 pari a 28% per chi ha fra i 15-24 anni) e basse competenze in uscita dalla scuola.
“Quando iniziano a lavorare, i giovani hanno salari di ingresso più bassi, carriere più precarie e una progressione salariale inferiore”, afferma Morelli. “La protezione della loro condizione è sempre più individuale, appannaggio della famiglia, e sempre meno collettiva”. Sulle scelte e le opportunità di vita di ragazzi e ragazze pesa quindi in modo determinante la disponibilità o l’assenza di ricchezza familiare. Ma i vantaggi ereditati hanno molto poco a che fare con il merito. Come invertire questa tendenza?
L’eredità universale negli altri paesi europei
La proposta di un’eredità universale a chi diventa maggiorenne nasce nel 2015 nel Regno Unito dall’economista Anthony Atkinson che, nel suo libro Disuguaglianza: cosa può essere fatto?, propone di utilizzare le tasse di successione per pagare un’eredità di base assegnata a tutti al raggiungimento dell’età adulta. Il ForumDD la riprende e la adatta al contesto italiano. Successivamente, anche un gruppo di economisti francesi si mettono a studiare una misura simile. E la Commissione Europea organizza due giornate di discussione sul tema dell’eredità universale e del reddito di base.
5 domande e risposte sull’eredità universale proposta dal ForumDD
1) A quanto ammonta l’eredità universale?
Ogni giovane che compie 18 anni percepisce il 10% della ricchezza media personale, equivalente oggi a circa 15mila euro. Questa somma dovrebbe essere sufficientemente ampia da avere un impatto sul percorso futuro della persone, ma non tanto da mettere a repentaglio le altre spese per il welfare pubblico.
2) Quali sono i costi della misura?
Considerando che ogni anno circa 550-600mila ragazzi e ragazze compiono 18 anni, la riforma avrebbe un costo totale di circa nove miliardi di euro l’anno.
3) Come finanziarla?
Per raccogliere i fondi necessari, il programma propone un ripensamento radicale dell’imposta sui grandi trasferimenti di ricchezza che passano di generazione in generazione. L’idea è quella di istituire una nuova imposta sui vantaggi ricevuti, quindi sulla somma di tutte le eredità e le donazioni ricevute nell’arco della vita di un individuo. Nel panorama dei paesi ricchi, infatti, l’Italia ha una delle tassazioni più timide sui trasferimenti di ricchezza.
4) Perché si tratta di un’imposta equa?
L’imposta ricadrebbe solo su chi supera la soglia dei 500mila euro, sommando le eredità e le donazioni ricevute nell’arco della vita. Si propone una tassazione del 5% per le somme fino a un milione di euro, del 25% fino ai 5 milioni e del 50% oltre i 5 milioni. “In parole povere, chi riceve di più, tra eredità e donazioni, paga di più”, afferma Morelli. “Ogni anno circa 210 miliardi vengono trasferiti di generazione in generazione. Abbiamo stimato che questa imposta potrebbe arrivare coprire fino a tre quarti del costo dell’eredità universale”.
5) Come far sì che le risorse siano usate in modo proficuo?
La proposta del ForumDD prevede che, sin dai 14 anni, ragazze e ragazzi siano accompagnati a pensare come utilizzare le risorse. “La capacità dei giovani di trasformare questa dote in qualcosa di efficace e produttivo per la loro vita e per la società può essere diseguale”, spiega Morelli. “Per questo, bisogna mettere a loro disposizione operatori che li aiutino a capire quali sono le loro aspirazioni e li supportino nella programmazione del proprio progetto. Nel nostro paese si è culturalmente meno pronti ad accettare l’idea che un ragazzo di 18 anni possa usare liberamente risorse economiche di questa entità, ma questo è un passaggio fondamentale: non bisogna mettere paletti o divieti, ma avere fiducia nelle capacità di scelta dell’individuo. Solo così sarà possibile accrescere la sua libertà, e responsabilizzarlo nei confronti della collettività”.
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