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Prevenire le malattie dell’occhio con lo smartphone

Glaucoma, retinopatia diabetica, cataratta e degenerazione maculare senile.
Sono tutte patologie legate all’occhio, che stanno diventando sempre più comuni a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Ogni giorno, stima l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 300 milioni di individui in tutto il pianeta si trovano ad affrontare disturbi della vista.
Tra questi almeno 240 milioni, ovvero circa l’80%, potrebbero essere evitati o curati, a patto che vengano individuati in tempo e diagnosticati con precisione.

È su queste premesse che nel 2014 è nata la startup italiana D-Eye , che ha brevettato un dispositivo applicabile all’IPhone, che lo trasforma in una fundus camera portatile, uno strumento cioè in grado di registrare e trasmettere fotografie e video della retina e del segmento posteriore dell’occhio in alta definizione per eventuali successive valutazioni mediche e diagnosi delle patologie dell’occhio.


In particolare, D-Eye è in grado di condurre esami oculistici e retinici di routine, come ad esempio la visita del nervo ottico e le visite pediatriche senza l’utilizzo di gocce dilatanti, l’osservazione di disturbi neurologici correlati agli occhi, gli esami su pazienti con limitazioni motorie.
La semplicità di utilizzo di D-Eye consente anche al personale non medico di eseguire le visite, che permette di conseguenza, screening di massa in remoto soprattutto in aree dove le attrezzature sanitarie sono limitate o non disponibili.


Lo screening di massa nei paesi in via di sviluppo


Per queste ragioni D-Eye è stata scelta come tecnologia di base per un progetto di screening di massa dell’occhio in varie parti dell’Africa, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sempre l’Oms stima infatti che in queste aree, patologie come il glaucoma, la cataratta e il tracoma, a causa della mancanza di risorse adeguate, possono portare facilmente alla cecità.


Rendere lo screening facile e accessibile ha permesso a molte persone che altrimenti non avrebbero accesso alle cure oculistiche, soprattutto nelle aree rurali, di ricevere diagnosi e trattamenti appropriati per mantenere la salute degli occhi e prevenire la cecità.
Ad oggi D-Eye ha effettuato oltre 100.000 analisi della retina in tutto il mondo e continua a collaborare con importanti istituzioni mediche e università per lo sviluppo di nuove applicazioni tecnologiche.

D-Eye: origini e storia della startup


D-EYE è nata da un’idea di un medico italiano, Andrea Russo, oculista e ricercatore presso l’Università di Brescia. Ovvero, quella di migliorare l’accesso ai più fondamentali servizi sanitari.
Fondata nel 2014, sin da subito, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Cottino Applico Oftalmologia e un premio in denaro di 100 mila euro per l’alto grado di innovazione del progetto. Successivamente grazie alla collaborazione con Si14, nel 2015 ha lanciato il primo sistema di screening retinico per smartphone. E nel 2016 ha ricevuto un investimento di 1.5 milioni di euro da parte di importanti investitori come Innogest, Invitalia Ventures, Fondazione Cottino e lo stesso Si14, un laboratorio specializzato in design e sviluppo di prodotti tecnologici.

Nel novembre 2017, inoltre, ha ricevuto il Premio per l’Impresa Gaetano Marzotto e 300 mila euro per lo sviluppo dei propri prodotti. E successivamente il premio Top 100 Startup alla CES di Las Vegas nel 2020.


La società ha poi lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo per raccogliere fondi per la produzione e lo sviluppo di nuove funzionalità per il dispositivo. Superando, così, il suo obiettivo di finanziamento e raggiungendo un pubblico globale.

Da startup a impresa


Nel frattempo D-Eye è diventata una delle aziende più importanti nel settore degli screening retinici. A partire dal 2022 ha venduto oltre 10.000 dispositivi in 70 paesi raggiungendo un pubblico globale di medici e specialisti del settore, migliorando l’accesso ai servizi sanitari.
Il dispositivo, è inoltre collegato ad un software, D-Eye cloud, che consente ai professionisti che la utilizzano di archiviare, condividere e analizzare le immagini della retina dei pazienti e i dati dei loro pazienti in modo sicuro e in tempo reale. Inoltre, la rapidità di accesso alle informazioni condivise, permette la collaborazione tra i professionisti in tutto il mondo. Metodologia particolarmente utile per la telemedicina e l’assistenza remota, un’area in forte crescita soprattutto dopo la pandemia COVID-19.


L’impatto positivo di D-Eye


L’University of Nebraska Medical Center (UNMC) ha collaborato con il Creighton University School of Medicine per condurre uno studio volto a valutare l’efficacia dell’uso del dispositivo D-EYE. In questo studio, 25 studenti di medicina hanno eseguito screening su volontari utilizzando sia il D-EYE che l’oftalmoscopio diretto tradizionale. La ricerca sull’utilizzo di D-EYE come strumento didattico nelle università apre nuove possibilità nell’insegnamento e nello studio delle malattie oculari.
Ad oggi D-EYE ha effettuato oltre 100.000 analisi della retina in tutto il mondo e continua a collaborare con importanti istituzioni mediche e università per lo sviluppo di nuove applicazioni tecnologiche.

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