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Gazzotti 18, così un’azienda rinasce dal fallimento grazie ai suoi lavoratori

Arrivare ad un passo dalla chiusura, e risorgere, riscendo a consolidare ed espandere la propria rete di vendite. Fino in Corea del Sud.

E’ la storia della Gazzotti 18, azienda bolognese specializzata nella produzione di parquet di alta qualità. Un marchio che sembrava destinato a sparire. Colpa dell’onda lunga della crisi del 2011, e poi di scelte di management non azzeccate.

Una crisi come purtroppo tante, con una soluzione però diversa dalle altre. Nessuna chiusura, nessun salvataggio da parte di cordate industriali o fondi finanziari.

A tenere a galla un’azienda con oltre 100 anni di storia (la Gazzotti è nata nel 1910), sono stati i lavoratori. Che nel 2018 si sono organizzati e hanno fondato una cooperativa. A sua volta la coop ha rilevato l’attività produttiva, i macchinari, il marchio e il magazzino, prendendo in affitto i capannoni necessari alla produzione dal curatore fallimentare.

Così la Gazzotti ha potuto continuare a produrre e vendere i suoi parquet in tutto il mondo. Anche in Corea del Sud, dove il legno Gazzotti viene usato negli appartamenti di lusso che il gruppo multinazionale Samsung sta costruendo nella capitale Seul.

I macchinari per la lavorazione del parquet. Foto Gazzotti

Workers buyout: fondare una coop per comprarsi l’azienda

Oggi, tre anni dopo il salvataggio del 2018 tramite cooperativa (l’operazione si chiama tecnicamente workers buyout e prevede l’accesso a fondi statali ad hoc), la Gazzotti ha un futuro. Ha creato una solida rete di venditori, punta ad espandersi in Italia, ha raggiunto il pareggio di bilancio e per il 2021 il fatturato raggiungerà i 5 milioni di euro.

“La nostra crisi è stata finanziaria e di management, non di prodotto – racconta Andrea Signoretti, presidente della cooperativa – Così quando è arrivato il fallimento un gruppo di dipendenti di lungo corso ha deciso di fare qualcosa. E’ così che è nata Gazzotti 18 società cooperativa: 18 perché era il 2018, e perché noi eravamo in 18″.

“Gazzotti è un marchio internazionale, vendiamo in Oriente e speriamo di sbarcare negli Usa. Il parquet Gazzotti è un marchio del made in Italy conosciuto ovunque – spiega Alessandra Boschi, vicepresidente della cooperativa e responsabile amministrativa – Il nostro fatturato arriva per l’80% dalla vendita all’estero. Speriamo di ingrandirci nel mercato italiano. Certo, il Covid non ci stando una mano ma abbiamo i piedi ben saldi per terra”.

Più che un’azienda questa per noi è una famiglia

Giovanni Alberoni

Giovanni Alberoni è uno dei 18 lavoratori che si sono associati in cooperativa e hanno dato vita al workers buyout, all’acquisto dell’azienda. In Gazzotti Alberoni ci lavora da 35 anni, ed è oggi è il responsabile della verniciatura. “Sono entrato in Gazzotti a 15 anni, adesso ne ho 51. Questa azienda è stata per me una famiglia. Oggi è una cooperativa, siamo stati temerari forse ma ce l’abbiamo fatto. Abbiamo acquistato il marchio e siamo partiti, oggi possiamo sperare in un futuro migliore”.

Cos’è cambiato nel passaggio dalla Gazzotti Spa alla Gazzotti 18 società cooperativa? “E’ cambiato che prima ci pensava il titolare, ora ci pensiamo noi. Cerchiamo soluzioni ai problemi, organizziamo il lavoro, la nostra professionalità è coinvolta al massimo”, spiega Alberoni.

Enrica Vigolo in Gazzotti si occupa del magazzino e della campionatura. “Esportiamo sia in Italia che all’estero. La Gazzotti non è un’impresa classica – spiega – Siamo 18 ex dipendenti che hanno creato una cooperativa, 18 persone che tutte le mattine si guardano negli occhi e lavorano duro per portare avanti questo tipo di attività. E’ una sfida certo, la giornata qui dentro non è mai la stessa, come magari poteva succedere nella vecchia gestione. Siamo noi a decidere, abbiamo il controllo di tutta al catena produttiva, e la soddisfazione è tanta”.

Maurizio Madaro, socio lavoratore della Gazzotti, mentre parla con una cliente

A mostrare con orgoglio i prodotti Gazzotti ai clienti è Maurizio Madaro, responsabile della sala mostra della cooperativa, a Trebbo di Reno. “Abbiamo tante linee, colori e formati differenti – spiega Madaro elencando punto per punto le caratteristiche tecniche dei parquet Gazzotti – Tutte lavorazioni che noi facciamo internamente, dall’effetto spatolato classico ai trattamenti a poro aperto che danno un effetto più vintage, vissuto”. “Con la cooperativa – conclude – abbiamo cambiato regime, dobbiamo dare sempre il meglio perché l’azienda è nostra. Io tratto con i clienti, e nonostante la concorrenza non ho paura perché conosco il prodotto e ho potuto conoscere tutti i reparti prima di diventare un venditore”.

Gazzotti non si limita più al parquet, dal 2019 ha lanciato una nuova linea di prodotti, la G18 WoodLab, che si concentra sul parquet rigenerato. Poi c’è la partnership con A&B Rosa dei Legni, che si occupa di mobili e arredi in legno antico e di recupero.

“Guardiamo al futuro con positività, piano piano stiamo raggiungendo i risultati – spiega Andrea Signoretti – A guardare indietro a tre anni fa, mi sento di ringraziare chi ci ha aiutati col workers buyout. Noi non sapevamo nemmeno cosa fosse. Il team di Legacoop che ci ha affiancati ci ha permesso di subentrare come cooperativa alla vecchia proprietà senza praticamente interruzioni nelle vendite. Se fossimo rimasti fermi un anno sarebbe stato tutto inutile. Invece siamo qui“.


Change-Makers è il magazine digitale che racconta idee, storie, protagonisti del cambiamento. Scriviamo di cooperazione e innovazione sociale, ambientale, economica, digitale, organizzativa, etica e filosofica.

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