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Perché l’Europa del futuro deve guardare all’Economia sociale

“L’economia sociale è il pilastro dell’economia europea contro il neoliberismo spinto”. Questa la sintesi del video intervento del sindaco di Bologna, Matteo Lepore a cui è affidata l’apertura dell’ultimo giorno di un convegno intitolato L’economia Sociale. Il futuro di Bologna il futuro dell’Europa.

Al centro della discussione, nel Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo, Il Piano d’Azione Europeo sull’Economia sociale, un documento articolato in 38 azioni concrete che arriva dall’Europarlamento e che riconosce l’importanza di un settore che in Europa conta oggi 2,8 milioni di soggetti che danno lavoro a 13,6 milioni di persone.

Il primo intervento, nonché ultimo da ministro in carica, è di Andrea Orlando, ex Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che, rivendicando il lavoro del governo sulla Riforma del Terzo settore, “dove viene definito un regime fiscale specifico, che è sì un fatto pratico – meno tasse – ma è soprattutto un fatto di principio – il fisco tiene conto non solo di quello che fai ma di come lo fai – lancia l’allarme di un rischio regressione “se il terzo settore non riuscirà a contaminare, con le buone pratiche che le sono proprie, il resto dell’economia”.

Si concentra sulla popolarità crescente del Piano, il Commissario europeo al lavoro e ai diritti sociali, Nicolas Schmit, che sottolinea come le poche adesioni iniziali siano progressivamente aumentate includendo anche molti stati dell’est Europa, come Ungheria, Bulgaria e Romania.
Schmit ha parlato anche dell’importanza di creare un ecosistema favorevole per un fronte comune delle città europee contro le sfide che accomunano tutti: povertà, inclusione, energia, casa, cambiamento climatico.
“L’economia sociale”, ha proseguito Schmit, “deve anche essere in grado di integrare le nuove tecnologie digitali. Solo così si possono combattere le grandi aziende dei dati

Sottolinea la specificità dell’Emilia Romagna, Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione, della Regione, che ha sottolineato la necessità di “governare l’innovazione contro la tecnocrazia” e di come il “diritto di avere competenze sia garanzia di democrazia”.

Colla ha parlato anche di una nuova cultura energetica fatta di “energia di prossimità, dove i soggetti devono essere auto-produttori e auto-consumatori di energia”. Ecco allora a novembre un bando sulle Comunità energetiche “in sintonia con l’identità di questa regione in grado di fare cooperazione, con i soggetti che cooperano per risolvere problemi”.

A chiudere i lavori, Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che partendo dal Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale della Caritas, ha evidenziato come in Italia la povertà, a causa dell’immobilità sociale, sia diventata una questione ereditaria, che si può superare solo investendo sulla formazione.

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