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Contro la povertà energetica arrivano le comunità di autoconsumo. L’esperimento emiliano di Scandiano

L’Emilia-Romagna sta per avere la sua prima Comunità di autoconsumo collettivo. Nascerà nel 2022 a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, dove tutti i condomini dei 48 appartamenti di un palazzone del paese saranno messi in condizione di beneficiare collettivamente dell’impianto fotovoltaico e delle pompe di calore.

Ma c’è di più. Nel palazzone di edilizia popolare sarà creata una comunità a 360 gradi, con la tecnologia messa al servizio della vita delle persone. Un laboratorio green quindi, ma anche una sperimentazione sociale.

Protagonista dell’iniziativa l’Acer di Reggio Emilia, l’azienda che si occupa di gestire il patrimonio di case pubbliche. Con lei l’Art-Er, la Società Consortile della Regione Emilia-Romagna che in questo caso si occupa della sperimentazione e della progettazione del sistema che, a regime, diventerà un modello replicabile ovunque.

Il progetto, tecnologicamente complesso e che ha visto coinvolte anche Università di Bologna, Enea, e Art-Er, si chiama Self-User e vedrà a Scandiano il suo primo prototipo funzionante.

La povertà energetica si sconfigge anche con la tecnologia green

Il palazzo prescelto dopo i lavori sarà capace di abbatterà i suoi consumi (e auto-prodursi l’energia), ma nello stesso momento ad essere abbattuta sarà la povertà energetica. Cioè quella condizione di povertà economica che impedisce, ad esempio, di riscaldarsi adeguatamente in inverno o di godere di temperature adeguate nella canicola estiva. Con le ricadute sulla salute che questo può comportare.

Sembra un dato curioso e marginale, ma non è così se si pensa che numerosi anziani, interpellati da Acer Reggio Emilia, hanno segnalato consumi di riscaldamento bassissimi.

Segno che sono in tanti a scegliere di tenere spenti i caloriferi anche nei freddi mesi invernali per non pagare bollette altrimenti insostenibili per chi ha pensioni abbondantemente sotto i mille euro e proprio per questo ha avuto accesso ad una casa popolare.

Un dato su tutti: in Europa una stima riportata dall’Ispi parla di 50 milioni di persone in povertà energetica, con in Italia una percentuale che oscilla tra il 10 e il 20% della popolazione

Il paradosso di situazione simili è ben conosciuto dagli addetti ai lavori: nelle case popolari ci sono persone con Isee sotto i 7500 euro che pagano affitti da massimo 750 euro l’anno ma, nello stesso tempo, devono fare fronte a bollette invernali anche da 1500 euro, con una spesa annuale che arriva ai 3 mila euro.

Una parte del condominio da 48 appartamenti di Scandiano oggetto della sperimentazione pilota. Una volta ultimati i lavori diventerà la prima comunità di autoconsumo dell’Emilia-Romagna.

Pannelli solari, pompe di calore e batterie di accumulo

Per affrontare questo problema, economico e sociale prima ancora che ambientale (il riscaldamento a metano comunque ha la sua parte nell’inquinamento globale), a Scandiano l’Acer ha scelto un intervento radicale, trasformando un palazzone di 48 appartamenti (28 in gestione, gli altri di proprietà privata) in un cantiere dove installare le migliori tecnologie green.

Pannelli solari, pompe di calore, diffusori capaci di erogare il caldo o il freddo a seconda della stagione, un cappotto esterno per tutto il palazzo, serramenti isolanti, riscaldamenti efficienti, batterie per immagazzinare l’energia solare e utilizzarla quando serve, ad esempio nelle ore serali.

Per fare tutto questo Acer ha deciso di ristrutturare completamente l’immobile utilizzando il bonus 110%. In più ha aggiunto dei soldi per abbattere le barriere architettoniche, e altri ancora per dare vita ad una comunità energetica capace di auto prodursi l’energia.

Secondo i primi calcoli sperimentali, grazie anche all’accumulo elettrico, si arriverà ad avere un autoconsumo annuo che comporterà un abbattimento di circa 30 tonnellate di CO2 emessa e la riduzione di oltre il 60% dei consumi di energia elettrica da rete. La speranza è quella di toccare il primo possibile toccare l’80%: un edificio a consumo quasi zero.

Durante il giorno l’energia solare viene stoccata nelle batterie di accumulo. Di sera e di notte quell’energia verrà consumata. Grafico Self-User su una simulazione fatta il 20 ottobre 2020.

Un’operazione da 3 milioni e 600 mila euro, con un partnership pubblico-privata in arrivo (il partner sarà EnelX).

Abbatteremo i consumi, elimineremo la povertà energetica e rafforzeremo i legami sociali

Marco Corradi, presidente Acer Reggio Emilia

L’energia elettrica che sarà auto prodotta grazie al solare servirà non solo per fare funzionare gli elettrodomestici e pagare di meno le bollette della luce, ma anche per alimentare una flotta di veicoli elettrici a disposizione dei condomini (alcuni dei quali non hanno la macchina perché non possono permettersela), e magari anche delle associazioni che li assisteranno.

L’attenzione alla comunità sarà parte importantissima del progetto. Sono tre le persone, esperti di progettazione sociale, che si occuperanno del creare un comunità tra gli inquilini. Le relazioni sociali con il territorio sono ancora da definire, ma le potenzialità ci sono.

“Acer Reggio-Emilia è attenta al tema ambientale, ma da sempre è attenta anche alla questione sociale. Un intervento di questo tipo abbatterà i consumi, eliminerà la povertà energetica e rafforzerà i legami sociali”, racconta il presidente di Acer Reggio Emilia Marco Corradi.

Corradi ha fatto i conti: i numeri dicono che l’intervento economico su ogni alloggio sarà di 75 mila euro. Tolti gli incentivi fiscali (il bonus 110%) la spesa vera per Acer, da co-finanziare assieme al partner privato, oscillerà tra i 5 e i 6 mila euro ad appartamento. “Un buon risultato”, spiega Corradi che fa presente come, con quei soldi, ogni appartamento tornerà nuovo e messo in condizione di beneficiare dell’autoproduzione di energia elettrica.

“Coinvolgeremo gli abitanti – spiega Corradi – i bisogni e le richieste ci sono. In futuro potremmo anche sostituire i fornelli a gas con fornelli a induzione, un modo per aumentare la sicurezza e abbattere, anche qui, l’inquinamento”.


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