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Impact 4 Prosperity. Finanza a impatto: dove trovarla?

Come funziona la finanza ad impatto? E dove la si trova?
Queste le domande che hanno animato il quarto appuntamento di Impact 4 Prosperity, il ciclo di talk che sta raccontando come fare business in una modalità nuova, dove l’azienda non opera solo per massimizzare i profitti ma tiene in considerazione il proprio impatto ambientale e sociale, contribuendo a generare prosperità condivisa.

Ospiti di questo talk da titolo “Finanza ad impatto. Dove Trovarla?” sono stati Matteo Bartolomeo di a|impact, fondo di investimento che sostiene pmi e startup innovative con la missione di generare un impatto sociale, ambientale e culturale positivo sulla collettività; Paola Bellotti di Coopfond, il fondo mutualistico creato per legge ormai 25 anni fa per sostenere le imprese cooperative in Italia; e Alessandro Balsamo di Develhope, startup palermitana che propone una scuola di programmazione capace di formare molti giovani del sud Italia e che ha stretto una collaborazione anche con l’Unhcr.

Alessandro Balsamo (Develhope)

Alessandro Balsamo di Develhope ha raccontato la genesi della startup. “Il Fondo Nazionale Innovazione ha creduto e investito nel nostro progetto, ma per un anno abbiamo fatto da soli, per giunta durante il Covid. Siamo partiti in solitaria per diverse ragioni: per validare il nostro modello e per crearci l’esperienza necessaria. Chi entra in Develhope? Ragazze e ragazzi senza un background tecnico consolidato, quello che valutiamo è la motivazione, la curiosità, l’affidabilità. Queste sono le abilità che garantiscono anche il nostro modello di business”.

Develhope è una startup di impatto. Nel senso che ha scelto di puntare e radicarsi sui territori dove è nata, e quindi il sud Italia. Altra particolarità è quella del pagamento dell’academy. “La formazione che forniamo è gratuita. Pagherà solo chi, alla fine del percorso di studi, aprirà una sua attività”.

Il risultato? “Stiamo incrociando tante storie, storie di persone di talento che iniziano a costruire un loro percorso concreto e reale di sviluppo. La nostra impresa è nata a Palermo e abbiamo deciso di avere un impatto positivo all’interno delle comunità dove siamo nati. E’ lì che vogliamo insistere a livello di progetto”.

Matteo Bartolomeo di Avanzi

Matteo Bartolomeo ha raccontato come funziona il fondo di investimento di Avanzi. “Noi siamo intermediari, raccogliamo capitali e li investiamo. La peculiarità di a|impact è quella di garantire un ritorno di investimento in termini sia finanziari che di impatto, quindi di rendimento sociale. Abbiamo sviluppato un sistema di rating integrato che mette assieme più parametri, le società che noi supportiamo dovranno essere in grado di rispondere prima di tutto ad un bisogno sociale e ambientale reale, dovranno averlo già dimostrato attraverso un Proof of concept se possibile già testato sul mercato. Altro ingrediente per noi è il team, la qualità delle persone. Parlo di qualità morale, professionale, e di intenzionalità, e cioè avere un orizzonte temporale lungo, non speculativo”.

Bartolomeo ha delineato il modus operandi di Avanzi: “Dopo aver investito in un progetto, talvolta chiediamo un posto in cda, talvolta chiediamo di poter nominare un membro del collegio sindacale o un revisore, anche se non sempre esercitiamo queste facoltà. Entriamo in punta di piedi, e lo facciamo quando capiamo che le competenze potrebbero aiutare l’impresa. Ovviamente poniamo anche dei vincoli, in termini di impegno e di ingaggio”.

Paola Bellotti (Coopfond)

La questione dell’ingaggio invece non è determinante per Paola Bellotti, di Coopfond. E per un motivo ben preciso: “Noi non abbiamo il problema di misurare l’intenzionalità o l’ingaggio. Di questo si occupa la forma giuridica della cooperativa, che quando nasce lo fa per soddisfare un bisogno. Il tema semmai è quello di supportare queste imprese che nascono con poco capitale e che hanno problemi di mercato. In più queste imprese non sono abituate a rendicontare l’impatto, e questo genera un problema di accountability verso esterno. Cosa facciamo in sintesi? Accompagniamo molto da vicino le imprese, con la consapevolezza che le imprese cooperative maturano in tempi più lenti perché hanno una governance democratica, e quindi più lenta. Tutto ciò pone sfide in termini di gestione finanziaria”.

Cosa fa Coopfond oltre a fornire il capitale? “Non solo leggiamo i bilanci e partecipiamo alle assemblee delle cooperative – ha detto Paola Bellotti – Siamo anche chiamati con la nostra expertise a dare quel supporto alle imprese durante le scelte di investimento. Mettiamo anche a disposizione risorse a fondo perduto. Ad esempio finanziamo studi di fattibilità al 50%, che servono alle aziende per prendere decisioni importanti”. Altra modalità di intervento di Coopfond è quella della negoziazione dei prestiti. “Noi abbiamo prodotti con tassi di interesse variabile a seconda della performance dell’impatto prodotto. Se mi dichiari che tu riuscirai a ridurre le emissioni di CO2, ad esempio, io ti premierò riducendo il tasso di interesse sul prestito fatto”.

I prossimi appuntamenti di Impact 4 Prosperity:

Giovedì 21 aprile, alle 17, ‘Le forme giuridiche dell’impatto’. Luca Baccolini, Dottore Commercialista e professore all’Università di Bologna, Alessio Boceda, founder di Startup Geeks, e Pietro Ceciarini, fondatore di Le Vie Coop, si occupano delle alternative e dei benefici di costituirsi come azienda ad impatto. 

Martedì 26 aprile, alle 17, ‘EU Taxonomy and the sustainability manager’. (in lingua inglese) Marie-Louise Møller, Sustainability Manager di Aquaporin, Andrea Pesce, founder di zeroCO2, e Alberto Garagnani, Head of Sustainability di JORK, raccontano le nuove regolamentazioni UE che definiscono le linee guida per il futuro e l’importanza di gestire la sostenibilità in maniera strutturata.  

Giovedì 28 aprile, alle 17, ‘Cooperare per prosperare’. Moh Al-Haifi, co-founder di Zebra Growth, Francesca Cavallini, fondatore di TICE cooperativa sociale, e Katia De Luca, responsabile per la promozione cooperativa di Legacoop Puglia, si alternano in un incontro che mette in luce le potenzialità dell’innovazione del modello cooperativo, anche al di fuori dei confini nazionali. 

Change-Makers è il magazine digitale che racconta idee, storie, protagonisti del cambiamento. Scriviamo di cooperazione e innovazione sociale, ambientale, economica, digitale, organizzativa, etica e filosofica.
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