Io so cos’è la soglia perché sono Icarus.
L’ho scoperta a mie spese e ho pagato con la vita: quando la cera ha cominciato a sciogliersi e le mie ali ad andare in pezzi.
Lì ho capito il punto di non ritorno. Quel momento in cui la soglia diventa critica e poi cronica.
E non la aggiusti più.
Lì ho capito che c’è un margine stretto che separa l’abbastanza dal troppo.
Le ali di mio padre Dedalo erano la tecnologia per uscire dal labirinto.
Uscire troppo è diventato controproduttivo.
Già, controproduttivo. Una parola che voi, nel tempo vostro, dovreste conoscere. La pronunciava e scriveva Ivan Illich che pensava già a come il meno poteva essere più.
E come il troppo può diventare meno.
Effetto collaterale: patologia causata dalla cura.
Ascoltate .
“Al di sotto di una certa soglia di watt pro capite, i motori forniscono condizioni migliori per il progresso sociale. Al di sopra di quella soglia, l’energia cresce a spese dell’equità. Ogni sovrappiù di energia significa allora un restringimento del controllo sull’energia stessa.”
Eccola la grande connessione che avete dimenticato: quella tra energia e equità.
Che non è solo una questione ambientale, ma anche sociale.
E di velocità.
“La realtà è che elevati quanta di energia degradano le relazioni sociali con la stessa ineluttabilità con cui distruggono l’ambiente fisico”.
E allora tu che fai?
Utilizzi ancora altra energia per migliorare i guai prodotti da troppa energia, per goderti il tepore della vita.
Fino a quando la rana non sarà bollita.
Fino a quando un giorno quel quadro, che è stato su per anni, all’improvviso viene giù dalla parete.
“Fran” direbbe Baricco.