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Il vostro destino è identico al mio. Nascere col fuoco e morire col fuoco.

La mia mitologia lo racconta bene. Quella greca dico. Quella di Zeus & C.

Quella di mio padre Dedalo e mia, che sono Icarus.

Tutta colpa di Prometeo, che plasmò l’uomo con il fango e gli diede vita col fuoco.

E che poi rubò la scintilla agli dei per darla agli uomini: esseri imperfetti che anziché governare il fuoco hanno saputo solo alimentarlo.

Fino a cucinare il pianeta e destinare ai sapiens una nuova era: il pirocene.

Un’era dove i principi fisici che ci governavano non sono più controllabili e la tela del mondo ormai, non può che ardere devastata.


Autore Antti Lipponen su dati GISTEMP

Altro destino sarebbe toccato se, anziché Prometeo eroe della fatica e del progresso, si fosse impegnato per voi Orfeo o Dioniso.

Forse avreste alimentato meglio bisogni di ricettività, amore, contemplazione e desiderio, anziché destinarvi una civiltà fatta di guerra: di dominio e infelicità di tanti, per il godimento di pochi.

Roy Lichtenstein “As I Opened Fire”, 1964, Trittico

Il fuoco dell’arte

Che la combustione del mondo fosse in atto lo avevano “visto prima” gli artisti, che non si accontentano del presente perché mirano al futuro. Lo ammirano: lo guardano con meraviglia.

Il vostro destino era già “fuoco previsto”: dalle ulcerazioni bruciacchiate di Alberto Burri nelle sue combustioni plastiche, alle ondate di calore del Mangiafuoco di Paolo Calzolari.

Dai fuochi di guerra di Roy Lichtenstein fino alla straordinaria ultima opera di Anselm Kiefer che chiama Andrea Emo a dirci: “questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce“.

Anselm Kiefer 2022 Palazzo Ducale Venezia
Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce (Andrea Emo)

Arte pirocene

Ormai non è più tempo per il pennello, antica protesi che riproduceva la bellezza del mondo con gesti controllati. Oggi il pennello deve lasciare spazio al cannello della fiamma ossidrica che brucia il mondo senza controllo.

E l’arte deve tornare nei boschi in fiamme per cuocere le sue opere.

Come ha fatto l’attivista e artista americana Anna Mayer che aveva collocato nel 2008 una dozzina di sue opere in ceramica ancora cruda sulle collina attorno a Malibù.

10 anni dopo, l’incendio di quei boschi, ha cotto 6 opere dell’artista.

Meriterebbero un museo a sé: il Pirocene museum.

A futura memoria.

Prometeo, del resto, vi ha donato oltre al fuoco anche memoria e intelligenza.

Lo avete dimenticato?

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