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Supercomputer, un master europeo formerà la prossima generazione di ingegneri del supercalcolo

C’è un master che fra due anni sfornerà la prossima generazione europea di esperti di supercomputer.

Ingegneri, tecnici e scienziati capaci di utilizzare l’enorme potenza di calcolo dei sette centri di elaborazione ad altissime prestazioni distribuiti in tutta Europa.

Intelligenza artificiale e reti neurali, big data, ricerca scientifica di base e applicazioni industriali avanzate. Questi i campi di utilizzo dei supercomputer, chiamati anche HPC-computers, cioè computer ad alte prestazioni (high performance).

Non è facile trovare personale preparato, per questo è nato il master europeo EUMaster4HPC.

Partirà nel settembre di quest’anno, formerà una prima tranche di 50 studenti e coinvolgerà una rete di 60 realtà, incluse università, centri di ricerca, aziende private. Dopo la prima informata del settembre 2022, altri 100 studenti entreranno in aula (e nei centri di calcolo) nel settembre dell’anno seguente.

“In media ci vogliono sei mesi per formare un tecnico junior all’utilizzo delle nostre macchine per il supercalcolo”, spiega Martina Di Renzo del Cineca di Bologna, partner dell’iniziativa nonché il gestore, col suo supercomputer Leonardo, di uno degli elaboratori più potenti al mondo.

Proprio al Cineca, così come in altri superdatacenter europei, arriveranno i primi studenti dopo i primi mesi di lezioni, quando saranno pronti a testare le nuove conoscenze acquisite sugli elaboratori Hpc.

“Sono sempre di più le aziende che cercano esperti di Hpc – aggiunge Eric Pascolo del Cineca – Un tempo i supercomputer erano riservati a ristrette nicchie, oggi non è più così. Siamo entrati nell’era dei big data, e quando hai così tante informazioni hai bisogno di potenza per analizzarle. Soprattutto ti servono strumenti e metodi per farlo

I partner italiani dell’iniziativa sono il Politecnico di Milano, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, la Sissa di Trieste, e il Cineca.

I supercomputer hanno ormai un ruolo fondamentale nella medicina, perché permettono di testare e scoprire nuove molecole e terapie.

Ma i supercomputer servono anche alle scienze climatiche e alla meteorologia, perché possono prevedete eventi critici (come gli allagamenti e i maremoti) e simularne dinamiche ed effetti, permettendo così di pianificare adeguati piani di emergenza.

Anche l’industria ha bisogno della potenza dei supercomputer. Sono sempre di più i campi che necessitano di un’elevata capacità di calcolo: dalle assicurazioni al settore automotive passando dalla progettazione di nuovi materiali e forme.

Ma in generale tutte le produzioni complesse possono beneficiare della capacità di un supercomputer di ricreare un modello virtuale di un nuovo macchinario: individuando e correggendo così errori, sprechi e imperfezioni prima ancora che possano verificarsi.

In sintesi la capacità di calcolo dei supercomputer è necessaria a industria e scienza (compresa quella di base, chimica e fisica in testa) per stare al passo nella competizione mondiale.

Una visione condivisa dall’Unione europea che con il progetto EuroHPC Joint Undertaking ha stanziato sette miliardi di euro per il periodo 2021-2027.

Per questi motivi è nato il master EUMaster4HPC, per permettere ai centri di supercalcolo europei e a tutti gli enti pubblici e privati interessati, di avere personale tecnico in grado di fare comprendere e fare funzionare queste macchine complesse e potentissime.

In Europa ce ne sono sette: c’è il Lumi in Finlandia, Leonardo in Italia a Bologna, MeluXina in Lussumburgo, Vega in Slovenia, Karolina nella Repubblica Ceca, Discoverer in Bulgaria e Deucalion in Portogallo.

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