All’Algoritmo
Preferisco più che mai
Un altro ritmo
Lo so che gli Haiku come questo qui sopra non sono della mia cultura che è tutta mediterranea: dal primo all’ultimo istante. Dal grembo cretese di schiava – mia madre Naucrate – fino al giaciglio salino della mia tomba: l’Egeo, dove sono caduto e dove parlo coi pesci.
Ma lasciate perdere la struttura (5-7-5 sillabe e il retrogusto orientale) e fermatevi al senso.
Ne riceverete compenso.
Chiedetevi se la vostra vita è più impastata di algoritmo o di ritmo.
Il primo autoavvera il risultato ruminando dati, il secondo chiede di esporre il corpo alle variazioni; al piacere del divenire altro, senza sapere in anticipo cosa.
Il primo produce simulacri, il secondo irrora l’epidermide di umano sudore. Afrore inconfondibile: erotico ed estetico.
Ecco cosa mi manca: il ditirambo dionisiaco, in questo vostro mondo fintamente apollineo.
Levigato dalle vostre interfacce touch che ricoprono il caos della vostra mente cablata, ma poco ossigenata.
Che non produce più futuro e desiderio, che hanno bisogno di lentezza e di pensiero meridiano.
Quello caldo del mediterraneo. Dove la velocità è disvalore perché toglie fiato e senza fiato vedi solo il presente.
Usa e getta. Puro consumo. Senza ieri e domani: senza vita.