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“Con ItaliaMeteo faremo un balzo in avanti”. Parla Carlo Cacciamani, direttore dell’agenzia nazionale per la meteorologia e la climatologia

In Francia c’è Météo-France, in Gran Bretagna il Met Office, in Germania la Deutscher Wetterdienst. “Ora anche l’Italia avrà la sua agenzia nazionale per la meteorologia e la climatologia”, spiega Carlo Cacciamani. L’agenzia si chiamerà, anzi si chiama visto che è nata da pochissimo, ItaliaMeteo. Carlo Cacciamani, una lunga carriera in Arpae Emilia-Romagna (attualmente è il responsabile della Struttura IdroMeteoClima), a metà settembre 2021 è stato nominato direttore dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio.

Cacciamani, perché l’agenzia ItaliaMeteo?

Quello che mancava in Italia era un soggetto capace di coordinare tutto quel che già c’è sul territorio nazionale. Nel nostro Paese ci sono centri di eccellenza, tante strutture e realtà differenti, penso ad esempio alle varie Agenzie regionali per l’ambiente, alcune delle quali hanno al proprio interno un settore meteo e clima. Tutte realtà che hanno bisogno di essere messe a rete, a sistema, in collegamento.

La situazione di partenza era quella di una disomogeneità dei vari servizi, tutto sommato qualcosa di normale se pensiamo che in Italia non esiste una cucina nazionale, ma solo tante cucine regionali. E’ per cambiare questa situazione che è nata ItaliaMeteo.

In tutta Europa ci sono servizi meteo civili, in Italia questo elemento mancava. Adesso c’è. Faremo un balzo in avanti.

A cosa servirà l’agenzia meteo nazionale?

Monitorerà il mare, il clima e il meteo. Ci sarà un settore dedicato alle previsioni, una parte dedicata al monitoraggio degli apparati informatici e agli aspetti tecnologici che sono fondamentali, penso ad esempio alle reti di monitoraggio.

Ci sarà inoltre anche una parte che si occuperò di ricerca e sviluppo, e che si metterà in collegamento con quel che c’è già in Italia, il Cnr ad esempio, oppure l’Ispra, ed altri ancora.

Cosa cambierà quando la nuova agenzia ItaliaMeteo sarà pienamente operativa?

Le faccio alcuni esempi: al momento non abbiamo una policy dei dati comune. Ogni Regione è proprietaria delle sue reti di monitoraggio della temperatura e delle precipitazioni, e decide per sé. Il compito di ItaliaMeteo sarà quello di rendere omogenei tutti questi dati così come le loro politiche di distribuzione.

Armonizzeremo quel che c’è, creeremo standard comuni. Perché serve? Immaginatevi un ricercatore francese che sta cercando dati meteo sul territorio italiano. Oggi rischia di fare il giro di decine di uffici.

Con ItaliaMeteo sarà possibile anche avere un ufficio unico, previa autorizzazione dei proprietari i dati grezzi saranno disponibili in formato open senza oneri, se non in caso di personalizzazioni.

A cosa servono le previsioni meteo?

Le previsioni meteo, ma io aggiungerei tutti i dati disponibili in fatto di clima, temperature e precipitazioni.
Sono sempre di più i settori che hanno bisogno di tutto questo: agricoltura, energia, trasporti. Sono sempre di più le filiere distributive che necessitano di tutte queste informazioni.

Prendiamo il settore energetico, il supporto meteo è essenziale sia per ottimizzare la produzione, i consumi di energia, per pianificare gli stoccaggi (gas, rinnovabili e altri) e la distribuzione attraverso le reti.

Avere una conoscenza climatologica approfondita serve anche per pianificare dove costruire parchi eolici e fotovoltaici.

I dati meteo-clima per l’agricoltura a cosa servono?

Servono dati in tempo reale per tantissime attività. La pianificazione e l’esecuzione di operazioni fondamentali come la semina ad esempio, oppure le pratiche agronomiche per la difesa delle colture.

L’elenco può continuare con la gestione della risorsa idrica (produzione e distribuzione) dove l’informazione meteo-climatica risulta essenziale, ad esempio per la previsione delle eventuali crisi idriche.

I trasporti e il turismo sono altri settori fortemente impattati dal tempo meteorologico.

Ancora: un’adeguata informazione meteo climatica può permettere di individuare le migliori “rotte” di navigazione, gestire il traffico ferroviario e stradale, pianificare il turismo invernale o estivo, presso le sedi turistiche di montagna o marittime.

Ci sta dicendo che la nascita di ItaliaMeteo favorirà i settori produttivi, e anche la ricerca?

ItaliaMeteo aiuterà la ricerca certo, e sarà aiutata dalla ricerca. Non esiste un settore operativo che sia disancorato dal settore ricerca. C’è il tema della modellistica, ad esempio. Da migliorare costantemente per avere una capacità di previsione sempre più raffinata e accurata.

ItaliaMeteo sarà una struttura operativa senza dubbio, ma nello stesso tempo si occuperà di ricerca. Dopo tutto ci sono tutta una serie di servizi che non si potranno erogare senza forti componenti di ricerca al nostro interno.

Che dimensione avrà ItaliaMeteo in termini di personale?

Avremo ovviamente del personale assunto direttamente dall’agenzia. Contando tutte le realtà che si potrebbero mettere in rete potremmo arrivare a qualche centinaio di persone.

In Italia sono stati individuati in prima battuta 34 enti meteo differenti, collaboreremo con loro tramite convenzioni, decideremo assieme cosa faremo nella sede centrale e cosa verrà fatto nelle sedi convenzionate. Dovremmo essere molto bravi a fare funzionare le collaborazioni.

A regime la sede di ItaliaMeteo sarà il Tecnopolo di Bologna, il gigantesco hub dei big data che sta nascendo in questi mesi.

Certo, ci trasferiremo penso nel 2023. La potenza di calcolo del Tecnopolo per noi sarà fondamentale, e faccio riferimento ai supercomputer che entreranno nella struttura e che in parte già ci sono.

In più avere il data center del Centro meteo europeo, l’Ecmwf che fornisce le previsione numeriche a tutta Europa, per noi rappresenterà un’ulteriore opportunità da cogliere.

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