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Impact 4 Prosperity. Cooperare per prosperare

La cooperativa rappresenta un’alternativa al modello capitalismo classico e genera prosperità condivisa. Qual è l’innovazione delle cooperative? Quali i benefici di questo modello? E cosa sta succedendo al di fuori dell’Italia?

Ne abbiamo parlato nell’incontro Cooperare per prosperare, il settimo e ultimo appuntamento del ciclo “Impact 4 Prosperity”. Un modo per immaginare un business un-usual e promuovere una nuova idea di impresa capace di generare prosperità condivisa nel rispetto dei limiti ambientali e sociali.

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A parlare c’eranoMoh Al-Haifi, co-founder e ethical growth director di Zebra Growth,Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca in psicologia, e presidente e fondatore di Tice cooperativa sociale, e Katia De Luca, responsabile per la promozione cooperativa, project management. e innovazione di Legacoop Puglia.

Moh Al-Haifi ha raccontato la nascita e lo sviluppo di Zebra Growth, agenzia di growth marketing ethical che combina creatività, performance e impatto sociale. “Nel mondo la diseguaglianza tra ricchi e poveri aumenta, la crisi climatica è ormai irreversibile e le guerre colpiscono ogni giorno migliaia di persone. Un giorno mi sono chiesto: stiamo forse affondando? Volevo trovare un modo di reagire a tutto questo”.

In un’epoca in cui il venture capitalism non sempre dà le risposte che si cercano, dove il 90% delle start up falliste, e il restante 10% che ce la fa e si ingrandisce, poi contribuisce a rendere il mondo più ingiusto e inumano, Moh ha scoperto il modello zebra, che viene adottato da aziende profit, che però hanno l’obiettivo di migliorare la società, imprese mutualistiche che sulla collettività fondano la propria solidità. “La filosofia è: ‘Doing good is good for business’”, dice. “La prosperità sostenibile sostituisce la crescita esponenziale, la cooperazione sostituisce la competizione, la comunità sostituisce l’individuo”.

Moh è anche membro di Zebras Unite, community di imprenditori e investitori dedicati a creare imprese che bilancino profitto e purpose. Tra le altre realtà c’è Enough, industria di carne vegana, Fairphone, azienda che produce uno smartphone sostenibile per l’ambiente, Who gives a crap, che realizza una carta igienica creativa e fa donazioni a progetti di sanitarizzazione di ong nei paesi poveri, e Ecosia, motore di ricerca etico.

Francesca Cavallini, psicologa, dottore di ricerca in psicologia, e presidente e fondatore di Tice cooperativa sociale, ha parlato di come anche lei si senta “zebra”: “Costringere la mia leadership in una cooperativa è stata una delle cose migliori che abbia fatto nella mia vita. quando cooperi devi ispirare gli altri. Non esiste niente che necessita più leadership di creare una squadra”.

Francesca è docente a contratto presso l’Università di Parma ed è stata premiata come Ashoka Fellow nel 2021. “Sono una donna, sono gay, porto con me una serie di stereotipi”, dice. “In più mi occupo di servizi per persone svantaggiate. Sicuramente guadagno meno di tanti altri imprenditori, ma sono più felice. Dagli altri sono vista come una che si occupa degli sfortunati del mondo, e questo è percepito come meno di valore”.

Molti genitori, infatti, tendono a stimolare nei figli la capacità di difendersi da soli, di avere la meglio sugli altri. Crescendo, quei bambini si radicano in quel modello. “Il successo viene fatto passare come una questione individuale, quando invece è molto legato alla collettività, alla rete che abbiamo costruito, alle persone che conosciamo. ‘Yes we can, but sometimes we cannot’. E va bene così”.

Katia De Luca, responsabile per la promozione cooperativa, project management e innovazione di Legacoop Puglia, dal 2021 è anche vicepresidente di Cooperatives Europe in rappresentanza dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. “Quando si parla di cooperazione sociale noi italiani facciamo scuola in tutta Europa, così come sui nuovi modelli di mutualismo. La sfida oggi è quella di applicare il concetto di mutualismo a settori nuovi e alle giovani generazioni”.

“Nel Regno Unito, ad esempio, si sta tentando di applicare il modello mutualistico a cooperative di studenti, nate per gestire i servizi come gli alloggi e le sale studio. Quando i giovani incontrano la forma cooperativa si innamorano: si ha lo stesso potere degli altri, si può costruire da sé il proprio lavoro, si può partire senza avere grossi capitali”.

Dal 2017 al 2022 Katia De Luca ha coordinato Generazioni Legacoop. “La cooperativa può essere una palestra per le soft skills e per la cittadinanza attiva dei giovani”, dice. “In questo contesto si sviluppano competenze chiave come la capacità di riconoscere le opportunità, la capacità di mobilitare gli altri, la capacità di applicare la sostenibilità ambientale e sociale. Certo, per coinvolgere i giovani c’è ancora tanto da fare. Stimolare l’intergenerazionalità non è banale: bisogna costruire percorsi di crescita e apprendimento, valorizzare le esperienze di tutti, mettersi in ascolto”.

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