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Intelligenza artificiale e giornalismo. ChatGPT cambierà le redazioni?

L’arrivo di ChatGPT potrebbe essere una pietra miliare per l’automazione delle redazioni giornalistiche. Questa intelligenza artificiale conversazionale si sta già dimostrando utile in attività come la sintesi e il copy editing, e ci si aspetta ancora di più ora che è stato rilasciato un modello linguistico più avanzato, il GPT-4. Ma mentre l’intelligenza artificiale corre molto rapidamente, l’adattamento da parte delle redazioni sembra essere più lento, e gli esempi di implementazione di queste tecnologie sono ancora rari. Che potenzialità ha l’uso di ChatGPT nel giornalismo? E quali sono i rischi?

Se n’è parlato il 22 aprile al Festival internazionale di giornalismo di Perugia nell’evento ChatGPT in redazione: è ora di fare sul serio”: a discuterne c’erano a David Caswell, executive product manager della BBC e specializzato in nuovi prodotti, Jessica Davis, direttrice della Data Initiatives and News Automation di Usa Today ed esperta di strumenti di automazione delle notizie, e Uli Koppen, responsabile dell’Automation Lab presso l’emittente pubblica tedesca Bayerischer Rundfunk. A moderare l’incontro Gary Rogers, consulente per le strategie di redazione presso Fathm, ed esperto di strumenti innovativi di engagement con il pubblico.

Photo credit: Ilaria Sofia Arcangeli

Intelligenza artificiale nel giornalismo: potenzialità e rischi

L’intelligenza artificiale e l’automazione possono offrire grandi opportunità per rendere il giornalismo più accessibile, targettizzato e utile. I potenziali vantaggi dell’utilizzo di ChatGPT includono una maggiore efficienza e precisione nel riportare notizie, nonché la capacità di generare rapidamente contenuti di alta qualità. Tuttavia, ci sono diverse preoccupazioni circa il potenziale per ChatGPT di sostituire i giornalisti in carne ed ossa nel loro lavoro, oltre al rischio che la tecnologia venga utilizzata per diffondere informazioni false o fuorvianti senza che ci sia un fact checking adeguato.

“L’arrivo di ChatGPT porterà un cambiamento strutturale nella nostra società, e così anche nel giornalismo”, afferma David Caswell. “In questo momento, c’è una tendenza a sovrastimare i cambiamenti che avverranno nel breve periodo, e a sottostimare quelli nel lungo periodo. L’intelligenza artificiale sta cambiando quella che è stata l’unità di base del giornalismo fino a oggi: l’articolo. Probabilmente tra qualche anno l’unità delle notizie non sarà più l’articolo, ma qualcosa di più breve: l’intelligenza artificiale potrà combinare testi, riassumerli e accorciarli. ChatGPT permette di creare decine di versioni diverse di una stessa storia, con stili e linguaggi differenti. Si può giocare tanto con questo strumento, ma il problema sarà: come rendere tutto ciò davvero interessante per le persone?”

Il nodo cruciale della fiducia

Una delle questioni centrali è infatti quella della fiducia: come accreditarsi ai lettori, se le notizie vengono elaborate da un’intelligenza artificiale e non da un essere umano? “La fiducia può essere erosa dall’uso dell’intelligenza artificiale”, spiega Jessica Davis. “Per questo dobbiamo fare molta attenzione. Dalla nostra esperienza, comunque, i livelli di engagement degli articoli scritti utilizzando ChatGPT sono molto alti: questo perché si tratta di testi chiari, accurati, che riguardano temi di una certa rilevanza. Le persone quindi cliccano e li leggono. Un elemento fondamentale per mantenere la fiducia del lettore è la trasparenza: alla fine di ogni articolo si trova un disclaimer che spiega che è stato scritto da un’intelligenza artificiale, quali fonti sono state utilizzate e quali linee guida vengono rispettate”.

Un giornalismo sempre più personalizzato

L’intelligenza artificiale permetterà anche di offrire al lettore un’esperienza sempre più personalizzata e ritagliata sulle proprie esigenze. “Noi usiamo le tecnologie in un modo centrato sull’utente”, racconta Uli Koppen. “È tra i principi della nostra emittente pubblica. Ecco perché cerchiamo di guardare all’intelligenza artificiale non solo come possibilità di generare testi in modo rapido, ma considerandola in maniera più ampia: dove vogliamo andare in futuro con questa tecnologia? È questa la vera domanda. Il nostro obiettivo è rendere l’esperienza delle news sempre più avvolgente”.

Così come Bayerischer Rundfunk in Germania, anche la BBC nel Regno Unito sta pensando a un futuro che offra un feed di notizie sempre più personalizzato per ogni utente. “Abbiamo già fatto i primi esperimenti e questa customizzazione funziona molto bene, in particolare nelle redazioni locali”, spiega David Caswell. “Ma se ogni lettore ha una selezione delle notizie che più gli interessano, che fine fa la visione comune della testata? La sfida è proprio questa: coniugare la massima personalizzazione con la condivisione di valori comuni”.

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