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Capita a volte di rimanere fulminati da un frase letta, chessò questa di Gramsci

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire
essere partigiani”. 

Comunque la pensi fa effetto non trovi?

Oppure di farsi travolgere da una frase ascoltata o da un’immagine vista. A me capita spesso, a volte per muovermi a sdegno, altre per ispirarmi o per accendermi di passione.

E credo di essere fortunato per questi piccoli fatti che ricamano la mia vita.

Ad esempio, tanti anni fa ho visto al Museo Reale di Bruxelles La caduta di Icaro di Bruegel. E da allora quel quadro non ha mai smesso di ruminarmi dentro.

Mai visto? Eccolo qui sotto. 

Se non vedi Icarus guarda quelle gambe in acqua in basso a destra.

É lo splash di Icaro, un po’ eroe e un po’ superbo: le ali che suo padre Dedalo gli costruisce per uscire dal labirinto che aveva creato, sono impastate di cera; lui si avvicina al sole, le ali si sciolgono e amen.

Splash appunto.

Adesso io potrei argomentare sul fatto che nel quadro il sole non è in pieno cielo, ma sull’orizzonte: sarà alba o tramonto? Fine del mondo o mondo nuovo?

Oppure potrei cincischiare su Dedalo come padre irresponsabile che non riesce a proteggere suo figlio sospinto assieme a lui nel labirinto fatto costruire da Minosse… 

e magari potrei pure disquisire sul rapporto, di stringente attualità, tra generazioni: i padri che ipotecano il futuro dei figli dopo averli cacciati nel labirinto delle tante crisi della contemporaneità e bla bla bla.

E da qui aizzarvi con furia iconoclasta contro Dedalo e magari invitarvi a cancellare Ovidio dai vostri riferimenti classici, visto che di tali vicende ne parla nelle Metamorfosi

Oppure potrei tediarvi sulla caratteristica pittura fiamminga dove sono importanti, sia la visione del mondo vasto, che quella di dettaglio. Olismo vs riduzionismo, complessità vs banalizzazione.

Tutta roba su cui mi sono di tanto in tanto soffermato, ma DOPO aver visto il quadro. 

A quel tempo, me lo ricordo come fosse adesso, ho visto una cosa sola, potente come un cazzotto nello stomaco: un mondo indifferente. 

Il contadino che ara tranquillo, il pescatore perso dentro i fatti suoi e il pastore trasognato che, se il quadro avesse l’audio, lo sentiremmo fischiettare noncurante.

Tutto mentre Icaro cade. Mentre cerca forse il primo “assalto al cielo” narrato dall’umanità.

In omaggio a quello splash per voi, da oggi sarò Icarus e proverò ogni settimana a volare o meglio, a svolazzare con voi, ché mica sono un’aquila io e non me ne frega niente di aleggiare da solo.

Vorrei svolazzare a stormi: con voi se vi va!

Per costruire insieme una Mitologia dei changemakers.

Perciò cercatemi che ci proviamo: icarus@change-makers.cloud

Ci vediamo ogni venerdì: all’alba quando c’e’ ancora fresco. Non si sa mai!

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