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Parte da Bologna il Manifesto sull’economia sociale

Non poteva che levarsi da Bologna, terra di cooperazione per eccellenza, l’appello per rilanciare l’economia sociale nel nostro Paese, nel quadro predisposto dall’Unione Europea col suo Piano d’azione sull’Economia Sociale

L’occasione l’ha offerta la quattro giorni di lavori dal titolo L’economia sociale: il futuro di Bologna, il futuro dell’Europa, iniziativa promossa da Città metropolitana, Comune di Bologna e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il futuro di Bologna, il futuro dell’Europa

Quattro giornate di confronto fra diversi protagonisti di livello nazionale ed europeo, che si sono svolte nell’ambito dell’anno di Presidenza italiana del Comitato di Monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo sull’Economia Sociale e Solidale in Europa

Dopo i primi due giorni dedicati a cartografare le pratiche ed esperienze di Bologna e della sua area metropolitana, il 20 ottobre a Palazzo Re Enzo, si è fatta sentire l’Alleanza delle cooperative italiane che ha presentato attraverso gli interventi del presidente Maurizio Gardini e dei co-presidenti Mauro Lusetti e Giovanni Schiavone il Manifesto sull’economia sociale

Il manifesto dell’Economia Sociale

Si tratta di una dichiarazione d’intenti che pone il primato delle persone e dell’interesse sociale e ambientale sul capitale; il reinvestimento di profitti ed eccedenze in attività di interesse collettivo o generale;  la promozione di forme di governance democratica e partecipativa.

Un manifesto che – dice Maurizio Gardini – ha “due obiettivi uno legislativo l’altro di sensibilizzazione del dibattito pubblico. Il primo volto a  promuovere un’iniziativa legislativa finalizzata al riconoscimento dell’economia sociale e solidale nel nostro Paese, adeguandoci alle più avanzate esperienze europee e secondo la definizione della Commissione europea. Il secondo a indirizzare il dibattito pubblico, con le istituzioni e non solo, sui temi dell’economia sociale, della consapevolezza e del rafforzamento del suo ruolo nel contesto italiano.”

Una svolta quanto mai necessaria alla luce del fallimento delle politiche neo-liberiste che hanno caratterizzato gli ultimi 40 anni. Lo ha affermato Mauro Lusetti senza fraintendimenti:  “Il liberismo di questi anni non è la soluzione, ha fallito, ha visto l’economia pubblica costretta a intervenire per salvare il mercato e chissà quante altre volte dovrà farlo. Non possiamo essere schiacciati tra statalismo di ritorno e un mercato che è fallito e che è entrato in crisi”.

Quello che serve per l’Alleanza delle cooperative italiane è “lavoro sicuro, rispetto dei diritti, territorio, sostenibilità sociale e ambientale, al servizio di tutte le persone”.

Dialogo Italia Europa

Lungo tutto il pomeriggio si è dipanato così un dialogo politico tra Italia ed Europa con interventi di  Nicolas Schmit, Commissario UE al lavoro e alle politiche sociali; Juan Antonio Pedreño presidente di Social Economy Europe; Andrea Orlando, ex-Ministro del Lavoro e Patrizia Toia, co-Presidente Intergruppo economia sociale del Parlamento ottimamente moderati da Gianluca Salvatori di Euricse.

Ma non solo politici. Anche esponenti del Terzo Settore e del cooperativismo: da Vanessa Pallucchi Portavoce Forum Terzo Settore, a Eleonora Vanni Presidente di Legacoop Sociali; da Giuseppe Guerini di Cecop a Giorgio Vittadini Presidente di Fondazione Sussidiarietà che ha rimarcato la necessità di usare la leva fiscale per differenziare i prelievi tra chi fa economia sociale e chi non la fa. 

Tutti e tutte a ribadire la volontà di scommettere sulla possibilità di dar vita ad una grande Alleanza Italiana per l’ Economia sociale e solidale riconoscibile non solo sul piano della mera consultazione, ma riconoscendole un ruolo da protagonista: che vuol dire capacità di indirizzo strategico e di co-costruzione delle policy.

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