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Una super mucca per risolvere il problema della Nigeria col latte

L’impegno della Nigeria per aumentare la produzione di latte vacilla“. E’ il titolo di un articolo pubblicato a fine 2020 da African Business. Passa meno di un anno. “La Nigeria spede due miliardi e mezzo di dollari all’anno per importare il latte”, scrive The Africa Report.

In Nigeria c’è un problema, e fino ad ora nessuno è riuscito a risolverlo davvero. Metodi di allevamento antiquati, conflitti tra allevatori e agricoltori, razze bovine non adatte alla produzione intensiva di latte.

Tutto questo sta costringendo il paese a fare affidamento sulle importazioni di latte (per il 60% del fabbisogno), col risultato di penalizzare la bilancia commerciale e impedire la crescita di un settore fondamentale anche dal punto di vista della salute della popolazione.

Paradosso dei paradossi la Nigeria il suo latte lo compra da paesi ricchi come Australia, Stati Uniti ed Europa, soprattutto Gran Bretagna e Olanda.

Da uno studente nigeriano dell’Università di Bologna arriva un’idea che vuole affrontare il problema, e risolverlo.

Le mucche nigeriane, resistenti a clima e malattie, ma scarse produttrici di latte. Foto di Abubakar Balogun

Il progetto di Michaels: creare una “nuova mucca”

“Nel mio paese il tema dell’insufficiente produzione di latte è molto dibattuto, e per questo ho deciso di cercare una soluzione che avesse un impatto positivo, sul business ma non solo”, spiega Michaels Iziegbe Omwanhiaokpa, studente nigeriano iscritto al master in antropologia culturale ed etnologia dell’Università di Bologna.

Il progetto di Iziegbe si chiama “Raising of first filial generation of dairy cows“. L’idea è semplice: visto che le razze bovine nigeriane non sono adatte alla produzione di latte, bisognerà creare una nuova razza capace di produrne di più. Importare mucche europee non sarebbe però la soluzione, perché gli animali non sarebbero adatti alle condizioni climatiche nigeriane.

La soluzione vincente potrebbe allora essere la creazione di un nuovo animale: un mix che conservi l’adattamento ambientale sviluppato dalle mucche nigeriane e, nello stesso tempo, la grande capacità di produrre latte tipica dei capi diffusi in Europa, ad esempio le mucche di razza frisona.

Poi si tratterà di diffondere la nuova mucca il più possibile, per permettere a tutti gli allevatori di fare un salto di qualità nella produzione di latte.

Il progetto di Michaels Iziegbe Omwanhiaokpa è stato messo a punto da un team di 7 persone (tra cui l’italiana Gessica Gattari), con i contributi di esperti di allevamento e veterinari nigeriani.

“Raising of first filial generation of dairy cows” è  al momento un progetto in formazione, un’idea che deve spiccare il balzo e diventare start-up.

Michaels Iziegbe Omwanhiaokpa a Bologna.

Una nuova razza per sestuplicare la produzione di latte

Mancano ancora dei passaggi: il modello di business ha bisogno di essere ulteriormente validato e affinato, e poi ci sarà la raccolta fondi. Per intanto “Raising of first filial generation of dairy cows” (ma il nome in futuro potrebbe cambiare) ha vinto il Premio speciale Africa della Call4ideas di Think4Food, il progetto di open innovation di Legacoop Bologna, un riconoscimento che viene assegnato alle idee innovative per lo sviluppo sostenibile nel settore agroalimentare.

“Vogliamo incrociare la tipica mucca nigeriana con una mucca europea – spiega Michaels Iziegbe Omwanhiaokpa – L’obiettivo sarà la creazione di un animale capace di passare da una produzione giornaliera di latte di 1 litro e mezzo a 10 litri”.

La vacca frisona, ottima produttrice di latte ma incapace di adattarsi alle condizioni ambientali della Nigeria.

Un progetto “di grande impatto sull’economia”

A fare una prima valutazione del progetto “Raising of first filial generation of dairy cows”, su richiesta dello stesso Iziegbe Omwanhiaokpa, è stato Danjuma Friday, prof nella facoltà di Medicina veterinaria all’Università nigeriana di Jos.

“Il progetto mi sembra un’idea utile – spiega il dott. Danjuma Friday – Allo stato attuale delle cose in Nigeria il governo sta mettendo molta attenzione sul tema allevamento, anche perché siamo di fronte ad uno tra agricoltori e pastori. Servirebbe uno stimolo alla produzione commerciale di latticini, anche all’interno di un tentativo più complessivo di mitigare le carenze proteiche della popolazione”.

“Pertanto – conclude Danjuma Friday – penso che questo progetto sia tempestivo, e potenzialmente di grande impatto sull’economia”.

“Il problema che vogliamo risolvere è la richiesta di latte fresco, che in Nigeria non è sempre disponibile come succede altrove nel mondo – argomenta Iziegbe Omwanhiaokpa – Certo in Nigeria ci sono aziende straniere che si occupano di produrre latte fresco, con mucche adatte alla produzione di latte, ma la popolazione di questi animali rimane confinata a ricche fattorie specializzate”.

“Quello che vogliamo fare – aggiunge lo studente dell’università di Bologna – è rendere disponibile una nuova generazione di mucche femmine capaci di produrre latte, e fare in modo che tutti gli allevatori possano venire da noi per comprarle”.

Con i suoi 14 milioni di abitanti Lagos è la più grande città nigeriana. Ogni anno la Nigeria importa il 60% del latte dall’estero. Foto di Nupo Deyon Daniel.

Un piccolo allevamento di mucche, per iniziare

“Una volta validato il nostro progetto la soluzione che proponiamo – continua Iziegbe Omwanhiaokpa – sarà quindi quella di dar vita a un piccolo allevamento sperimentale di mucche nella capitale della Nigeria, Abuja. Lì ci focalizzeremo sull’incrocio tra la specie locale e le altre specie”.

L’allevamento di partenza sarebbe velocemente scalabile in dimensione, fino ad arrivare a 100 mucche, livello oltre il quale l’investimento iniziale potrebbe diventare profittevole.

Cosa manca a “Raising of first filial generation of dairy cows”? “A questo punto ci servono due cose – spiega Iziegbe Omwanhiaokpa – Prima di tutto l’expertise universitaria, capire come sviluppare il business e presentarlo agli investitori. A quel punto sarà il momento di cercare il supporto finanziario, in Europa ma non solo. Per fortuna il tema del latte è molto sentito in Italia, per questo posso dire che siamo estremamente fiduciosi”.

Per approfondire:

Nigeria needs to fix the issues in its dairy value chain

Nigeria’s efforts to boost milk production falter

Raising of first filial generation of dairy cows vince il premio speciale Think4Food


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