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Le conclusioni non esistono neppure a fine anno.

E non ci saranno in questo spazio che nelle mie intenzioni è niente di più di un preludio e un invito a ragionare ancora assieme per produrre allineamento.

Perché credo serva: allineamento nelle nostre vite e tra le nostre vite, tra il nostro fare e il nostro desiderare. Che si sa, è ricerca appassionata di stelle. 

La parola Desiderio deriva infatti da due parole latine: la preposizione de- che ha un’accezione privativa e dal termine sidus che significa, stella.

Desiderare vuol dire, perciò, letteralmente, “mancanza di stelle”. 

Ecco che, per accendere il vostro desiderio, eccovi qui sotto un Icaro “Stellato” tratto da Jazz un libro d’artista di Henri Matisse pubblicato nel 1947.

Leggo dell’ondata di dimissioni dal lavoro che sta investendo gli USA e mi convinco sempre più che la sfida evolutiva più importante che ci attende è nella nostra trasformazione da homo laborans a homo faber.

Il primo che “fa un lavoro” e che si consuma e dissipa per auto riprodursi nella spasmodica ricerca dell’abbondanza per sé e per i suoi cari.

Il secondo invece che “crea l’opera”, che diventa costruttore di senso e di pezzi di mondo, mettendo al centro del suo agire valori quali “permanenza, stabilità e durevolezza”, diceva Hannah Arendt, che “presentiva” la prospettiva della Sostenibilità.

Lo so, i tempi ci fanno dire d’istinto “Primum vivere deinde philosophari”, prima vivere e poi filosofare.

Credo invece sia vero il contrario: Primum philosophari.

Perché altrimenti difficilmente si saprà quali scelte fare per vivere. 

Per destinarci una “buona vita”. 

E qui mi fermo.

Ci vediamo il prossimo anno! 


A tuttǝ. Buon 2022!

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